“Non una sola musa
ma un’immagine imprecisa come un ricordo: un profumo, un passo di lunghe gambe
disegnate dalla seta di abiti fatti per vivere in un film come una diva. Sulla
passerella camminano mille versioni di un mondo che sta tornando, della couture
e ci sembra di ritrovare in ogni outfit il segno della nostalgia contemporanea
per quella esaltazione della bellezza femminile.”
Profumo d’oriente.
Femminilità
impalpabile.
Dimensione speziata
da profumi e colori orientali.
La donna di Luigi Borbone fa scivolare sul proprio corpo abiti che si ispirano a kimoni e alle
eleganti mise da concubine.
L’amore struggente
raffigurato dai tessuti color amaranto si amalgama alla malinconia di una donna
che vive in un luogo senza tempo. Come sottofondo la musica di Shigeru
Umebayashi “Yumeji's theme” del film “In
the mood of love”.
Sulla passerella
abiti costruiti che non tralasciano la delicatezza dei tessuti con sbiechi e
gonne plissè.
Ibrida sensualità
arricchita da lussuosi accessori dorati riecheggianti l’antica Cina.
I tagli geometrici
degli abiti sono spezzati da morbidi volumi che cadono fino ai piedi mentre fiocchi
e nastri chiudono delicatamente gli abiti robe manteau, giacche e vestiti
morbidi come vestaglie.
Il color blu cina
e il verde acido si contrappongono al bianco porcellana del volto femminile.
Un monocromatismo
che parte anche da un color marmoreo che rilegge in chiave contemporanea quel messaggio
proveniente dalle geishe ancor prima richiamate da Dior intorno agli anni 50.
Si ringrazia AltaRoma